sabato 2 aprile 2011

Sviamenti Di Materia Grigia.


Macchie contenute in un reticolato chiamato pavimento, 
un pavimento imbronciato e illuminato da una luce fioca e modesta, 
fantasmi in azione ma non visibili ad occhio nudo ma ormai la lente d'ingrandimento è rotta
dovrei farla aggiustare? Tutto è confuso, perennemente astratto, la notte è il mio giardino
un giardino di incubi sognati e sogni sconfitti ma mai mollati
l'orologio segna le 5.20 di un quasi acerbo sunrise, vorrei ascoltare un po' di MuseCa
ma ricordo le batterie ormai spirate, l'i-pod reputato oggetto futuristicamente obsoleto
la mente pensa se qualcuno leggerà mai questa nota, il cuore sussurra speranza
la stanza così vuota e così pregna di significati casuali e in qualche caso risibili
ma pur sempre significati, mi son accorto che il cuore batte e si abbatte oggi
ancora una volta camera in disordine, caotica ma mai anarchica che porta in una direzione
in una sola direzione, mistificazione dolente, cupidigia indolente, tutto così disilluso
parole vacue, horror vacui, nel vuoto tranciandosi a vicenda le mani, segni, incanti
farfalle ed uragani che aspetto con ansia o forse dovrei muovermi in prima persona
o anche in seconda fila accodarmi, spettri consumati da secoli di edifici abbandonati
mai abbandonati, clonazione, rinascita, ateismo, cloni su cloni non visibili
il cyberpunk assale la mia vorticosa spina dorsale, le budella si fanno spazio
tutto è così stretto, 192 centimetri inutili certe volte, testate in tram
ma non siamo a Milan, ipocrisia repressa, ricordi morti suggeriscono i nodi scorsoi
denti caparbi, carisma fluttuante, speranza nera, allucinazione bianca
capacità latenti, abilità impenitenti, esami ricorrenti, testate in un muro mai rotto
muri tra l'altro imbrattati, sfavillanti, artisticamente impopolari, lenzuola vivaci
così vivaci da stralunare l'armonia, vivaci per l'attesa di ricoprire essere di pelle
pelle e ossa cadaveriche ostentano buchi neri colmi di fasci di luci rossi, blu e verdi
quiete improvvisa, sbronza stremata, saracinesca abbassata e fracassata
è quasi mane, è tempo di sudarsi il dì senza faticare l'anima.


Allerazzam Oivlis,
Poetucolo Fraudolento

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