giovedì 29 settembre 2011

Il mio profilo valoriale.

Il tuo profilo valoriale secondo il modello di Schwartz

ATTENZIONE:
Questo non è il prodotto di uno strumento clinico;
il profilo generato è puramente indicativo ed è soggetto a variazione nel tempo.
Lo scopo del presente questionario è esclusivamente ludico.

I valori sono riferimenti ideali che guidano la vita di ogni persona, che indicano qualcosa verso cui l'attività umana può e deve dirigersi. Sono le convinzioni circa i modi ideali della condotta e rappresentano ciò che spinge a concepire qualcosa come socialmente o personalmente desiderabile (Rokeach, 1973). I valori sono da sempre oggetto di interesse della ricerca psicologica.

L'assunto di base del modello proposto da Schwartz riguarda la natura e le origini dei valori, che sono indicati come le rappresentazioni cognitive di tre tipi dì necessità umane universali: i bisogni di natura biologica dell'organismo, le richieste di natura sociale, necessarie al coordinamento degli scambi interpersonali, e gli obblighi socio-istituzionali, che garantiscono il bene comune e la sopravvivenza della società.







Legenda

AUTOAFFERMAZIONE: ricerca del successo personale e tendenza al predominio sui propri simili. Composto da:

POTERE: status sociale e prestigio, controllo delle risorse e dominanza sulle altre persone (È importante per lui/là essere a capo degli altri e dire loro cosa fare. Vuole che la gente faccia ciò che lui/lei dice).
SUCCESSO: raggiungimento del successo personale attraverso la dimostrazione della propria competenza, in accordo con gli standard sociali (Avere molto successo è importante per lui/lei. Gli/le piace fare colpo sugli altri).
EDONISMO: piacere personale o gratificazione dei sensi (Vuole veramente godersi la vita. Spassarsela è molto importante per ha/lei)."


AUTOTRASCENDENZA: accettazione degli altri e impegno per il loro benessere. Composto da:

UNIVERSALISMO: comprensione, tolleranza, rispetto e protezione del benessere di tutte le persone e della natura (Vuole che. tutti vengano trattati giustamente, anche le persone che non conosce. È importante per lui/lei proteggere i deboli della società).
BENEVOLENZA: mantenimento e miglioramento dei benessere delle persone con cui si è a diretto contatto (È molto importante per lui/lei aiutare le persone che ha intorno. Ambisce a prendersi cura del loro benessere).


APERTURA AL CAMBIAMENTO: enfatizzazione dell'indipendenza del proprio pensiero e delle proprie azioni. Composto da:

EDONISMO: vedi sopra.
STIMOLAZIONE: eccitazione, novità e sfide stimolanti (Gli/le piace rischiare. È sempre alla ricerca di awenture).
AUTODIREZIONE: azione e indipendenza di pensiero - scegliere, creare, esplorare (Pensa che sia importante interessarsi alle cose. Gli/le piace essere curioso/a e provare a capire ogni sorta di cose).


CONSERVATORISMO: preferenza per una remissiva autolimitazione, per l'osservanza delle pratiche dettate dalla tradizione e per la protezione della stabilità. Composto da:

TRADIZIONE: rispetto, commitment e accettazione delle usanze e delle idee che appartengono alle tradizione culturale o religiosa (Pensa sia meglio fare le cose in modo tradizionale. È importante per lui/lei osservare le usanze che ha imparato).
CONFORMISMO: contenimento di azioni, inclinazioni e impulsi suscettibili di disturbare o danneggiare gli altri e di violare aspettative o norme sociali (Crede che la gente dovrebbe fare ciò che gli viene detto. È convinto/a che le persone dovrebbero sempre seguire le regole, anche quando nessuno sta controllando).

Bellavista #2.

Bellavista #1.

sabato 24 settembre 2011

Tyler Durden Said...

"Omicidi, crimini, povertà, queste cose non mi spaventano.
Quello che mi spaventa sono le celebrità sulle riviste, la televisione con 500 canali, il nome di un tizio sulle mie mutande, i farmaci per capelli, il viagra, l'arredatrice, poche calorie, Marta Stewart.
Fanculo Marta Stewart."

martedì 20 settembre 2011

Whatever Works?

Sentite ve lo dico subito, ok, io non sono un tipo simpatico, la simpatia non è mai stata una priorità per me, e per essere chiari, questo non è un film per "Oh quanto mi sento bene". Se siete di quegli idioti che devono sentirsi bene, fatevi fare un massaggio ai piedi.
Ma qual'è il signficato di tutto?
Niente.
Zero.
Nulla.
Tutto finisce in niente.
Anche se non mancano gli idioti farfuglianti. Non parlo di me. Io una visione ce l'ho. Sto parlando di voi. Dei vostri amici. Dei vostri colleghi. Dei vostri giornali. Della TV.
Tutti molto felici di fare chiacchiere. Completamente disinformati.
Morale.
Scienza.
Religione.
Politica.
Sport.
Amore.
I vostri investimenti.
I vostri figli.
La salute.
Cazzo, se devo mangiare nove porzioni di frutta al giorno per vivere, non voglio vivere. Io detesto la frutta e la verdura. E i vostri omega 3. E i tapis roulant. E l'elettrocardiogramma. E la mammografia. E la risonanza pelvica. E, oh mio dio, la colonscopia. E con tutto ciò, arriva sempre il giorno incui vi ficcano in una scatola. E avanti con un'altra generazione di idioti, i quali vi diranno tutto sulla vita, e decideranno per voi quello che è appropriato. Mio padre si è suicidato perché i giornali del mattino lo deprimevano. E lo potete biasimare? Con l'orrore, la corruzione, l'ignoranza, e la povertà, i genocidi, e l'AIDS, e il riscaldamento globale, e il terrorismo, e quegli idioti dei valori della famiglia, e quei maniaci delle armi. L'orrore di Kurz alla fine di Cuore di Tenebra, l'orrore. E beato lui non distribuivano il Times nella giungla, se no l'avrebbe visto l'orrore. Che si può fare? Leggetevi qualche massacro nel Darfur o di uno scuolabus fatto esplodere, e attaccate oh mio dio l'orrore. Poi girate pagina e finite le vostre uova di galline ruspanti. Perché tanto che si può fare? Si è sopraffatti. Anch'io ho tentato di suicidarmi. Ovviamente non ha funzionato. Perché mai volete sentire queste cose? Voi avete già i vostri di problemi. Sono sicuro che siete ossessionati da un gran numero di tristi speranze e sogni, dalle vostre prevedibilmente insoddisfacenti vite amorose, dai vostri falliti affari, ah se solo avessi comprato quelle azioni, se solo avessi comprato quella casa anni fa, se solo c'avessi provato con quella donna, se questo, se quello, sapete una cosa, risparmiatemi i vostri avrei potuto avrei dovuto. Come mia madre diceva sempre se mia nonna avesse le ruote sarebbe una carrozza. Mia madre le ruote non le aveva, aveva le vene varicose. Eppure, la signora ha partorito una mente brillante, mi hanno preso in considerazione per il Nobel per la fisica. Non l'ho ottenuto, però si sa, è tutta politica, come ogni altra finta onoreficenza. Detto tra noi? Non crediate che io sia amareggiato per qualche batosta personale. Per gli standard di una insensata e barbarica civiltà, sono stato piuttosto fortunato.

mercoledì 14 settembre 2011

Il Piano di rinascita democratica ormai realizzato.

About Tetsuo I - The Iron Man.

Io sono nato nel 1960. Sono cresciuto quindi in un clima di estrema dinamicità e attivismo. Nel dopoguerra Tokyo era ridotta a un cumulo di macerie. Una città devastata dal fuoco, in cui non c'era più nulla dei segni del passato. La sua ricostruzione è avvenuta per gradi: mentre si ergevano gli enormi edifici, io crescevo con loro. La ricostruzione in sè è stata effettuata dalla generazione dei miei genitori: forse per questo, fino all'età di trent'anni, mi sono sentito protetto dalla città, un po' come se fosse mia madre, una città sorella con cui, appunto, ero cresciuto. Avevo invece paura della campagna in cui vivevano i miei nonni, dove tutto era oscuro. Così ad ogni mio ritorno a Tokyo, mi risollevavo all'odore del gas dei tubi di scappamento. Sì, avevo paura della natura. Dopo i trent'anni però, ho cominciato a considerare Tokyo sotto una luce differente: un crocevia per gente giunta da ogni direzione, con nient'altro che cemento. Allora trascorrevo la maggior parte del tempo in casa: lavoravo per lo più con il fax o nei paraggi della mia abitazione e il mondo mi giungeva attraverso i notiziari tv o dai giornali. In pratica vivevo con la sola mente, quasi senza utilizzare il corpo. Di qui l'immagine della città che si restringe e al suo interno gli esseri umani, ormai inscatolati in stanze esigue, che operano solo attraverso i computers. Il cervello va ingigantendosi man mano che il corpo si riduce. Tetsuo nasce da questa immagine terribile: corpi ormai ridotti al solo cervello e una città sempre più forte. L'uomo si rende conto di dover lottare contro di essa, utilizzando il proprio corpo, e fa in modo che la carne si trasformi parzialmente in ferro, per affrontare ad armi pari il suo avversario, per <<sferrare un pugno alla città. Il messaggio è quindi di speranza: che la città venga distrutta non da guerre o da ordigni meccanici, ma dal corpo degli esseri umani>>.

Ho girato Tetsuo quando non avevo una lira. Quelli della TV mi avevano pagato un lavoro: 2.500.000 yen, più o meno trentacinque milioni di lire (circa 18000 euri). Con quei soldi ho comprato giusto una cinepresa a sedici millimetri - naturalmente la più economica - tre lampade e la pellicola. Poi ho convinto gli attori a lavorare gratis. Abbiamo girato, fatto tutto in gran fretta e mi son ritrovato con la pellicola, ma senza i soldi per lo sviluppo. Così il film è rimasto fermo per un po' finchè non ho avuto il coraggio di chiedere un anticipo sullo stipendio. Con l'aiuto della tv sono riuscito a pagare lo sviluppo. Gli effetti speciali e i trucchi di Tetsuo sono tutti artigianali. Per le scene con i mutanti andavamo a cercare tra i rifiuti dell'emittente televisiva. C'era una specie di discarica vicino al magazzino: lattice, scarti, tubi, metallo e lamiere. Raccoglievamo la spazzatura e l'appiccicavamo direttamente alla pelle degli attori con un potentissimo scotch bi-adesivo. Era un collante straordinario che non cedeva nemmeno con il sudore. L'unico problema era riuscire a staccarlo alla fine delle riprese: quando abbiamo finito di girare tutti sembravano sfigurati, avevano la pelle abrasa, macchiata e irritata dai collanti. Si erano trasformati in tanti mostri, dei veri e propri Tetsuo. Le scene oniriche, gli effetti speciali sono semplicemente girati a passo singolo, un fotogramma alla volta, che è il mezzo più economico e barbaro per riuscire a bluffare dignitosamente. D'altra parte a me non interessano gli effetti speciali, non voglio illudere nessuno. Il mio pubblico sa di assistere a una finzione, sa e vuole distinguere il sogno dalla realtà. La bravura del regista consiste proprio nel giocare sugli scarti tra finzione e realtà.

Mi piacciono i colori e tra questi il bianco e il nero. A livello contenutistico, sono quelli che a mio parere esprimono meglio il reale. Nel caso di Tetsuo li ho utilizzati senza alcun particolare significato, visto che, insieme al grigio, erano le tinte più facilmente espressive, quelle più vicine al mio tema. All'epoca pensavo anche a alcune opere del futurismo italiano da cui ero affascinato, immagini antiche per i nostri giorni, ma che tuttora trasmettono un senso unico di modernità.

Per me la musica è molto importante. Specialmente in Tetsuo I, volevo creare un film che desse al pubblico la sensazione di assistere a un concerto live. L'immagine e il suono sono allo stesso livello, a volte procedono insieme, a volte sono in conflitto. La musica non è mai sussidiaria all'immagine, e uso il sampling per evidenziare il nucleo concettuale del film. [...] Quando ho girato Tetsuo I avevo in mente gli Einstürzende Neubauten. Chu Ishikawa (autore della colonna sonora dei due Tetsuo, ndr) è un loro grande fan. I Ministry mi hanno influenzato molto per Tetsuo II, mi hanno fatto cambiare completamente la storia.



Shinya Tsukamoto